Mini bilancio del lavoro con Andrea Cassara'
Dopo i primi sei mesi di lavoro, nel momento della stagione che segna il giro di boa, ecco il primo mini consuntivo del percorso da me intrapreso con Andrea Cassarà (continua...)
Non avrei potuto desiderare un momento migliore per tracciare un primo "bilancino" sul lavoro svolto fino a qui con Andrea, poiché questo coincide con il suo fresco successo a Bonn, dove, per la prima volta in carriera si è aggiudicato l'ambito Lowe von Bonn, che, per uno che aveva già centrato venticinque gare di Coppa, era veramente uno smacco non poterlo sfoggiare in bacheca.
LA PREMESSA: Lavorare con un atleta di rango come Andrea, rappresenta una grande responsabilità, soprattutto perchè gli atleti come lui - giustamente - richiedono tanto impegno e attenzione da parte di tutte le figure che fanno parte della propria sfera professionale, ed è esattamente per questa ragione, che quelli come il "Cassa" - quand'è il momento - sanno ripagare, chi li aiuta, con grandissime soddisfazioni!
Andrea è un grande professionista, e, da grande campione qual è sempre stato, nel momento di difficoltà che si è trovato a dover gestire quando si è trovato senza più una guida a poche settimane dalla ripresa della preparazione, in piena autonomia, ha scelto - oltre a me, come riferimento tecnico - anche un nuovo preparatore fisico, che, alla prima occasione disponibile volli andare personalmente a conoscere a Brescia, dove Andrea ha conservato la sua base. Ho trovato in Marco Bresciani non solo un professionista attento, meticoloso e preparatissimo, ma anche una persona dal grande spessore umano, dotato di una disponibilità non comune, uno, che a mio avviso, rappresenta il meglio che uno come Andrea, potesse mai avere.
LA PARTENZA: Appreso del suo interessamento alla mia persona, una volta accettato l'incarico, dopo aver condiviso questa scelta con il CT Andrea Cipressa, abbiamo iniziato il rapporto preoccupandoci soprattutto di dare un certo ordine al calendario in modo da facilitarci i compiti nel programmare il lavoro tecnico, che, dai primi di novembre abbiamo iniziato a svolgere all'Accademia della Scherma Livorno.
Non è mai stato un segreto il fatto che Andrea sperava di poter contare su un mio possibile coinvolgimento durante i ritiri collegiali della Federazione, anche in virtù delle rassicurazioni che aveva ricevuto in tal senso da Cipressa. Con il passare dei mesi questa possibilità, però, non si è mai concretizzata e quindi l'idea sul programma che avevamo considerato all'inizio del percorso, l'abbiamo dovuta abbandonare per una più incerta "navigazione a vista", che in alcuni momenti ha creato qualche comprensibile disagio.
In ogni modo, l'esordio a Parigi è stato positivo sul profilo del risultato, anche se l'argento, colto al termine di una gara che, con un pizzico di cattiveria in più, Andrea, avrebbe potuto vincere, ha significato poco sugli aspetti che per me erano importanti essere verificati, anche se mi ha offerto la possibilità di osservarlo in azione, aiutandomi a capire quale canale comunicativo sarebbe stato più funzionale adottare con lui, nelle giornate di gara.
LO SCOSSONE: Circa un mese dopo Parigi, c'è stata la tappa spagnola di La Corùna, dove sono andato in osservazione a spese di Andrea. Dopo un paio di assalti tirati bene, arriva lo stop negli ottavi contro un coreano discreto, ma niente di eccezionale. Il nono posto finale di certo non lo soddisfa e per questo ha tutta la mia comprensione.
La mia mancata partecipazione all'attività federale, inizia a far nascere in Andrea le prime scorie di nervosismo, che nei momenti di difficoltà, di certo, non lo aiutano. Lo sento spesso lamentarsi. La cosa non mi va bene e lo percepisco perdere qualche sicurezza. Anche durante il lavoro in palestra lo vedo un po' smarrito. A quel punto cerco di fare qualcosa di utile per lui, e, sebbene inizialmente non era previsto nei nostri programmi, inizio a recarmi a Brescia con una certa regolarità.
Dopo La Corùna arriva S. Pietroburgo e la prematura uscita già nel tabellone dei trentaduesimi (sempre per mano di un coreano, ndr), lo portano al punto che paradossalmente, già dall'inizio del nostro rapporto, speravo sopraggiungesse, poiché sapevo che per partire con un nuovo approccio nei suoi confronti e nei confronti del lavoro da svolgere, ci sarebbe stato bisogno di un momento di leggera crisi, consapevole che la qualità del nostro rapporto professionale, la si sarebbe potuta alzare, solo grazie a un momento come quello che stavamo per affrontare.
A quel punto la mia presenza a Brescia diventa sistematica e il contatto diventa settimanale.
LA REAZIONE: La voglia di Andrea è esagerata. Qualcosa di raro per chi ha già vinto tanto come lui. Col passare dei giorni inizio a sentirlo cambiare, sento crescere quotidianamente la voglia che ha di tornare presto ai suoi livelli, e, nei momenti di confronto in palestra e fuori, cerco di fargli capire che le sopraggiunte difficoltà (originatesi per diversi aspetti) saranno gli unici strumenti che potranno essergli utili per rafforzarsi dove ha bisogno.
Nel frattempo chiedo, in occasione di Venezia, un incontro (che mi viene gentilmente concesso, ndr) con i vertici federali e Cipressa, dal quale emergono diverse criticità che personalmente dichiaro essere disposto a superare per il bene dell'atleta.
A Venezia, vedo Andrea già diverso. La sua scherma è più sicura, e, anche se noto alcuni momenti di appannamento, la piena ripresa è ormai dietro l'angolo. Alla fine coglie un quinto posto, venendo eliminato 14-15 dal cinese Ma Jinfei (poi vincitore della gara, ndr), al termine di un match che Andrea avrebbe potuto stravincere.
Dopo Venezia faccio scendere Andrea a Livorno, e, seppur senza la disponibilità della sala dell'Accademia per problematiche di natura logistica della società, riusciamo a fare un ottimo lavoro grazie all'accoglienza del CS Navacchio e delle Fiamme Oro presso la Sezione livornese.
Durante la seduta di lavoro a Navacchio, gli confesso il mio pensiero riguardo a Bonn.
Andrea, da grande campione qual è, in Germania, ha rispettato il mio pronostico e ha vinto! Inoltre, dopo le prime cinque gare disputate, nonostante tutte le difficoltà dovute al cambio di gestione e a svariati problemi ambientali, Andrea è stato per quattro volte il migliore degli Azzurri.
IL PROSIEGUO: Alla fine della stagione, che sarà stata la prima del mio percorso con Andrea Cassarà, mancano altre cinque gare: tre di Coppa più Europei e Mondiali.